In fondo, siamo tutte “Piccole Donne” – La Recensione

Piccole Donne

2020 – Greta Gerwig

Dopo quasi un anno torno alle recensioni… Un anno fa, mi ero ripromessa che sarei stata costante, che avrei portato avanti il blog con metodicità e con un piano editoriale ben fatto… poi la vita mi si è accartocciata addosso implodendo e quindi le recensioni sono state dimenticate.

Sicuramente c’è, c’è stato e ci sarà sempre qualcuno che ha passato un periodo più difficile del mio, più pesante del mio, più serio del mio e quindi io sono fortunata, non mi posso lamentare, ecc ecc ecc… Francamente, me ne infischio! So, per certo, che il mio mondo ha iniziato ad andare troppo veloce per me, la vita ha corso talmente tanto che se dovessi dire con certezza di aver afferrato qualcosa dell’ultimo anno, mentirei.

Non so se vi è mai capitato di passare del tempo con una tale confusione in testa, da non riuscire più a ricordarvi come vi chiamate… HO CANCELLATO FACEBOOK! Io… che adoro il gossip, che sono una gran impicciona… ecco HO CANCELLATO FACEBOOK, perchè per me era too much!

A un certo punto ho dovuto mollare… mi sono dovuta fermare, ho dovuto ammettere che non ce la facevo… e ho deciso che IO venivo prima del mondo. E’ stato egoista? Può essere. E’ stato infantile? Anche. E’ stato necessario? Sì.

PUNTO.

E così, riprendendomi il mio tempo e per il caso fortuito della autodistruzione della mia macchina, ho cominciato a camminare, a prendere l’autobus e a tornare in centro a Bologna. E ho anche deciso che avrei usato il bellissimo regalo dei colleghi, gli ingressi al cinema, che stavano per scadere, perchè… chi si era reso conto che dal mio compleanno erano già passati quasi 6 mesi?!?! Ho preso il bus, con Francesco e siamo andati all’Odeon. Non ci ero mai andata in più di 10 anni di vita bolognese. MAI.

L’Odeon è affascinante, un vecchio cinema ma modernizzato, accogliente, a metà tra un multisala e un cinema “d’autore”, appena entri sai già che il film che guarderai non avrà lo stesso sapore e odore di un film guardato in un multiplex, perchè tutto per arrivare a quel film è un’esperienza diversa:

  1. per arrivarci hai camminato per le strade del centro universitario, con i baretti, i cicchettari e tutti gli studenti, e ti sei chiesto se anche tu, 10 anni fa, avevi quello sguardo, quella voglia di mangiarti la vita a gran bocconi, quella vitalità;
  2. hai preso gli snack in un baretto ben illuminato, con tante scelte differenti anche molto salutari (tipo la frutta secca, o gli snack di mais non fritti) e ti sei potuto fermare a scegliere, perchè non c’era il casino claustrofobico e semi in ombra dei multiplex;
  3. non hai il posto assegnato… questo significa che devi stare all’erta, per prendere i posti migliori, o non vedrai nullaaa;
  4. lo schermo è piccolo

Di primo acchito si resta un pò sconvolti… dov’è il parcheggio sotto al cinema?! dove sono le scale mobili!? dov’è il bar dove puoi prendere schifezze, pizzette, tutte le caramelle gommose del mondo!? e dov’è il mio posto assegnato? Poi, però, cominci a respirare l’aria del cinema, con le poltrone di velluto, con le lampade un pò vintage e ti siedi con i tuoi bei snakkini in mano e aspetti. Il film non comincia 25 minuti dopo, comincia subito, nemmeno il tempo di fare pipì… quindi BISOGNA FARE ATTENZIONE ED ESSERE PUNTUALI!

Insomma, ciò che per qualcuno è routine, per me è stata meraviglia.

Poi inizia il film… e da qui in poi è solo apnea, lacrime, sogno, magia, gioia, tristezza, ancora lacrime e lacrime (l’ho già detto?!)

La trama di “Piccole Donne” non ve la racconto, perchè DOVETE aver letto il libro! Questo film è per me pura poesia. Non si può descrivere in altro modo. E’ l’unico film della mia vita che ho visto due volte al cinema! sì, ci sono tornata, con le mie colleghe e ho anche fatto dei gadget (io adoro i gadget, sono una delle cose più divertenti al mondo, cioè, non siete mai andati a una fiera solo per accaparrarvi qualche gadget?! Voglio dire, sono gratis, sono colorati, e sono ricordi di qualcosa!) Mia mamma fa i segnalibri e così le ho commissionato i segnalibri per tutte noi 4! Proprio come le piccole donne! Poi, sono andata in bagno e quando sono tornata le mie noccioline erano rovinosamente cadute a terra, ma in ogni caso l’ho superato e la serata è stata bella!

Ma torniamo al film… L’unico che abbia visto due volte, perchè per me rasenta la perfezione. La fotografia è bellissima, dei colori, delle atmosfere, delle scenografie… e le piccole donne semplicemente deliziose. Il film si basa sui flashback, quindi vediamo Joe che è già a New York e fa l’istitutrice, che torna a casa per accudire Beth, perchè, bè, allerta SPOILER… Beth muore, come sempre in “Piccole Donne” e non è che la trama è diversa. Ha già conosciuto il Professore (che per inciso… un gran figo… ma come gli è venuto in mente!?! di solito è un vecchietto bruttacchiolo, tanto che fino alla fine ti domandi perchè, perchè, perchè non ha scelto Laurie!?? Ma qui, lo si capisce proprio bene il perchè!!!), sta provando a pubblicare i suoi racconti e il Professore la stronca, dicendo che fanno schifo e lei, ovviamente, la piglia proprio male!

Poi c’è Meg, che è meno giudiziosa del solito (o quantomeno, meno di quel che ricordavo) , un personaggio molto ben approfondito, un pò frivoletta, ma anche coscienziosa, vorrebbe vivere più nell’agio, ma poi sta bene dove sta: ha due splendidi bimbi, un marito che la venera, ed è innamorata, quindi alla fine del film si sente ricca, sicuramente più ricca della sola zia March.

E alla zia March e alla madre va decisamente dedicato un paragrafo: mamy è gioiosa, forte e vitale. E’ il cardine del film e a differenza delle altre versioni è più giovanile, potrebbe quasi essere la sorella maggiore, non fosse per la stabilità e l’amore che irradia per le sue piccole donne. La zia March è la solita anziana scorbutica, non ha dei risvolti particolarmente positivi, nè dei moti di gentilezza, ma quello è il personaggio. E’ ben piantata a terra, consapevole del suo ruolo e dei ruoli di chi la circonda.

Poi arriviamo a Amy, che in questo film è ECCEZIONALE! Il ruolo di femminista è sempre stato appannaggio di Joe, ma in questo film, Amy è realmente il personaggio femminile meglio riuscito. Io la ricordavo come petulante e insignificante e a inizio film è proprio così, una ragazzina vanitosa e capricciosa. Poi, cresce e diventa la portatrice di un disagio femminile molto radicato. Quando Laurie le fa la paternale sul fatto che si dovrebbe sposare per amore e non per denaro, lei, a mio avviso, dice la frase più significativa di tutto il film: “non venirmi a dire che il matrimonio non è un affare economico, tutto nella vita di una donna ha a che fare con il denaro, perchè fin dalla nascita la donna appartiene all’uomo, prima al padre e poi al marito, e se anche io fossi ricca, o mi fossi guadagnata il mio denaro, i miei soldi apparterebbero a mio marito e non a me”. SBAM e qui il povero Laurie, che voleva solo una facile preda, viene totalmente annientato e comincia a guardarla con occhi diversi. Io non ho mai creduto pienamente al fatto che Laurie scelga Amy facendola diventare la numero 1, ma forse l’amore è talmente sfaccettato, che non esiste un numero 1.

Su Beth mi soffermo poco, francamente non l’ho mai trovata realmente un personaggio, è l’escamotage che serve per mandare avanti la storia, ma lei semplicemente esiste in virtù del fatto che deve morire.

E arriviamo a Joe. Chi è il vero amore di Joe!? Laurie, il Professore, i libri, la scrittura, le sorelle, la madre? NO. Se stessa. Ecco perchè Joe piace tanto, perchè è l’eroe del libro e del film. Joe piace perchè se stessa viene prima del mondo. Perchè lei e solo lei è il centro del suo mondo. E questo cosa porta? Che si sente sola. Si sente terribilmente sola. Perchè ad un certo punto ha bisogno di generare qualcosa, di dare la vita, ed ecco che allora scrive. E cosa scrive? Un libro sulle sue piccole donne, perchè tu puoi essere il centro del tuo mondo, ma se nel tuo mondo non fai entrare nessuno, finisci come la zia March, in una casa enorme, vuota e dove la tua nipote preferisce vendere i capelli piuttosto che venire a chiederti aiuto per salvare il padre.

Forse, quindi, serve il giusto compromesso. Ricordarsi sempre di se stessi, senza scordarsi degli altri, perchè Joe, senza le piccole donne non avrebbe generato nulla e noi non potremmo piangere due ore consecutive per uno dei film più belli nella storia dei film!

di Alice

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